ARTE TECNOLOGICA

Georges Lakhovsky

08.01.2015 15:57

Il Centro

Cosa spinge un lettore ad interessarsi su Georges Lakhovsky, biologo, ingegnere, scienziato russo, vissuto a Parigi circa un secolo fa? In un mondo di ricerca quantistica, Lakhovsky rimane pur sempre un ricercatore attuale ed interessante ai giorni nostri! Senza voler trascurare i benefici che egli portò in gioventù alla Francia con i suoi brevetti, ciò che più interessa del suo ingegno, sono le intuizioni e le applicazioni pratiche sulla medicina vibrazionale, i fenomeni della Natura da lui visti con occhio semplice e profondo, raccontati con un linguaggio comprensibile ad ogni fascia culturale, con un lascito di formule scientifiche assai gradite agli eruditi in materia. Inoltre, la sua proverbiale dogmaticità e la sua limpidezza di intuizioni, senza ombre di smentita nel tempo, stimolano la mente del neofita ad applicazioni pratiche, a verifiche personali ed alla ricerca di un equilibrio armonico con la Natura. Tali ricerche sono orientate alla prevenzione degli incessanti inquinamenti, sempre più insidiosi per l’umanità.


Studio radionica

Oscillazione cellulare

Noi, suoi estimatori, siamo affascinati dall’esperienza nella ricerca sulle cellule e sulla loro oscillazione, la loro composizione ed il loro funzionamento. Il suo capolavoro di circa 400 pagine, intitolato “L’Oscillazione cellulare”, ci illumina in proposito. Sin dai primi del ‘900, Lakhovsky sosteneva che è proprio dalla vibrazione della cellula e dal suo buon funzionamento che si denota la buona salute del fisico umano. Infatti, è confermato che, purtroppo, attraverso un’oscillazione cellulare errata, si producono lo squilibrio oscillatorio, la degenerazione e la formazione tumorale. Curioso, ma significativo, è il nome da lui coniato per definire gli effetti dell’universo: “Universione”, divenuto il titolo di un suo libro in cui spiega come il fenomeno elettrico e magnetico sia veicolo di onde e propagazione delle stesse; inoltre, egli descrive come nascono luce e calore e quali sono le relazioni fra le onde inter-astrali, la relatività, le onde del pensiero e la vita stessa. Tutto ciò ci permette così di giungere, come fenomeno vibrazionale legato al pensiero, sino al concetto stesso di Dio. Noi ricercatori in campo vibrazionale, specialmente nel settore della Geobiologia, abbiamo molto apprezzato le osservazioni di Lakhovsky sulle anomalie del terreno e sulla radiazione cosmica, nel suo testo “La terra e noi”, nel quale viene anticipato ciò che oggi molti ricercatori confermano sull’irraggiamento tellurico, che il nostro Georges definisce “della morte”, proprio per il rischio sulla salute nel far insorgere, spesso, forme tumorali.

Un successo mondiale
Molta stima ed ammirazione ha ricevuto Lakhovsky in vari paesi del mondo, come attestano le numerose lettere inviategli da medici di varie cliniche, medici italiani compresi. Stimati professori sperimentarono le sue teorie vibrazionali con bracciali, collane, cinture da lui ideate, prodotte con filamenti a treccia di metalli diversi, atti a riequilibrare l’oscillazione cellulare di pazienti ricoverati e di persone sane desiderose di mantenersi in buona salute. La nostra certezza odierna è che lui fosse dotato di un’intuizione con visione profetica, dettata forse anche da una capacità di fidarsi della Natura attraverso un sesto senso innato e mai perduto. In tutte queste vicende piacevoli, dobbiamo comunque rammaricarci di un articolo apparso su un quotidiano italiano, e precisamente “Il popolo di Roma”, datato mercoledì 18 novembre 1942 XXI, dove si annunciava la morte di Georges Lakhovsky comunicata da un malaugurato giornalista (uno di quelli che andavano per la maggiore), il Dott. Giuseppe Dal Monte che non volle portare sul banco dei rei il nostro scienziato solo perché (a suo parere) con le sue pietose bugie, aveva distribuito illusione, felicità e benessere al mondo intero.

 

Un giudizio non di condanna, ma di pietà, non accettabile comunque, poiché dimostra una profonda ignoranza in materia o una cattiva interpretazione della scienza da parte di un giornalista affermato. Ciò che ha scritto costui è stato ampiamente smentito dai posteri, e non solo da essi, in quanto eminenti scienziati e ricercatori come il Prof. Giacomo D’Arsonval, il Prof. Picard, il Prof. Gosset e tanti altri, che hanno collaborato con Lakhovsky, hanno dimostrato di aver avuto per lui una grandissima stima, come persona e come scienziato! Non solo le sue intuizioni non erano illusorie, ma sono tuttora egregiamente valutate ed applicate. La vera ricerca che ci può salvare è quella della Natura, mai in decadimento. Lo dimostra e lo conferma l’interesse di un pubblico sempre più in aumento ed una progressiva crescita nella ricerca da parte di amanti e ricercatori naturistici sulle ragioni che Lakhovsky espone nei suoi libri. 

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Una preziosa eredità

Ci piacerebbe vedere Lakhovsky lavorare assieme ai medici della Salpêtrière a Parigi, in quell’ospedale sperimentale dove ha potuto, attraverso le sue realizzazioni (specialmente tramite l’Oscillatore a Lunghezze d’Onda Multiple, da lui inventato), curare pazienti, affetti da forme tumorali, con esiti positivi, documentati anche fotograficamente. Anche se poterlo vedere lavorare non è ormai più possibile, non è giusto che il lavoro di una vita dedicato per l’umanità debba fermarsi con la sua morte. Sta a noi la scelta.

Per noi Lakhovsky non ha mai smesso di lavorare, tuttora ci aiuta attraverso semplici intuizioni e altre volte attraverso sensitivi con informazioni da interpretare e valutare. Quello che ci fa essere entusiasti delle sue intuizioni, è come vengono esposte, con semplicità, svelate come fenomeni riproducibili tecnologicamente, anche se in alcuni casi sono ancora definiti, per ignoranza scientifica, fenomeni esoterici. Per lui il fenomeno della degenerazione cellulare era ben chiaro ed i risultati delle sue terapie lo hanno confermato allora e lo confermano tutt’oggi.

I suoi libri dimostrano la sua capacità tecnica, nell’applicare la Natura e nel rispettarla, la sua umanità, la limpidezza ed il livello morale dello scienziato che cerca sempre di non oltrepassare i limiti consentiti, affinché la salute dell’uomo non corra mai rischi. Lasciatecelo dire, vediamo Lakhovsky ancora vivo nelle sue opere, presente con il suo spirito nel nostro studio, sicuramente in nostra compagnia, in questo cammino che continua nella ricerca senza fine, con impronta, sicuramente, Lakhovskyana. Una domanda sorge spontanea: perché la medicina di oggi, così avanzata, ma anche preoccupata per le forme tumorali non ha mai preso minimamente in considerazione le ricerche di Lakhovsky, tenendo anche presente che con i suoi metodi sono stati curati casi già diagnosticati incurabili?

Gianfranco Galvani
Responsabile del Centro di Ricerca
Georges Lakhovsky di Rimini

 

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